Azione, motivazione, manipolazione

burattinoNel 1876 lo scrittore statunitense Samuel Langhorne Clemens (noto come Mark Twain, pseudonimo con cui firmava le sue opere letterarie) pubblicò il suo libro più celebre: “Le avventure di Tom Sawyer”. In questo romanzo per ragazzi vi è racchiuso un particolare aneddoto sulle grandi leggi che governano le azioni umane, così come le definisce l’autore. La scena è molto famosa: riguarda Tom che deve verniciare la staccionata della zia Polly. Il ragazzo vorrebbe fare tutt’altro in quella splendida giornata d’estate lungo le rive del Mississipi.

Scrutò attentamente lo steccato, e ogni letizia parve abbandonarlo, mentre sull’animo gli si posava una cappa di spessa malinconia. Trenta metri di steccato alto quasi tre metri! Gli sembrò che la vita non avesse alcun valore e che l’esistenza fosse solo un peso.

Inizialmente Tom tentò di corrompere con una biglia Jim, il giovane ragazzo di colore che aiutava la zia, senza però riuscire ad ottenere il risultato sperato. In seguito pensò di tentare la stessa tattica con i ragazzi che passavano lì vicino, ma si rese conto di avere poco a disposizione per convincerli a lavorare al suo posto. A quel punto ebbe un’idea e, compiaciuto di ciò, continuò tranquillamente a lavorare. Dopo poco tempo arrivò Ben Rogers, il ragazzo che Tom più temeva per le prese in giro.

Tom fissò il ragazzo per un attimo e disse: «Cos’è il lavoro, secondo te?»
«Be’, quello lì non è un lavoro?» Tom prima riprese a verniciare, poi rispose con aria indifferente: «Be’, forse sì e forse no. Tutto quello che so io è che a Tom Sawyer gli sta bene.»
«Oh, su, dai, non vorrai farmi credere che ti piace!» Il pennello continuava ad andare avanti e indietro.
«Se mi piace? Be’, non vedo perché non dovrebbe piacermi. Non capita tutti i giorni l’occasione d’imbiancare uno steccato.»
Questo mise l’intera faccenda in una luce nuova. Ben cessò di mangiucchiare la sua mela. Tom passò delicatamente il pennello sulle tavole, fece un passo indietro per osservare l’effetto, mentre Ben seguiva ogni sua mossa; il suo interesse cresceva sempre di più, di pari passo con l’attrazione che quel lavoro esercitava su di lui. Finché disse: «Di’, Tom, fa’ imbiancare un pochino pure a me.»

A questo punto della vicenda Tom avrebbe voluto acconsentire, però, dopo averci riflettuto, disse al suo amico che non poteva farlo in quanto quel compito non era per tutti. Ben insistette e Tom accettò solo quando l’amico gli offrì la sua mela in cambio di quel privilegio. Quando Ben si stancò Tom aveva già trovato il suo sostituto, che a sua volta gli offrì in cambio un aquilone. Dopo quest’ultimo seguirono altri ragazzi fino a quando tutta la staccionata fu completamente verniciata per ben tre volte e lui si ritrovò con tante cianfrusaglie con cui passare il tempo. Alla fine di questo episodio l’autore conclude il capitolo affermando che

[…] il lavoro consiste in tutto ciò che uno è costretto a fare, e il divertimento consiste in tutto ciò che uno non è costretto a fare.

L’essere umano può agire in modi nettamente differenti rispetto alla stessa situazione, a seconda di come questa venga percepita. Esiste però un aspetto implicito in questo racconto che merita di essere approfondito e riguarda il motivo per cui Ben Rogers si comporta nel modo descritto dall’autore.

Secondo la scienza l’essere umano agisce per tre motivi:

  1. Per nutrirsi, riprodursi, difendersi (motivazione biologica).
  2. Per condizionamenti esterni (motivazione estrinseca).
  3. Per passione e interesse (motivazione intrinseca).

Ben Rogers appare fortemente interessato a pitturare la staccionata, lo è talmente da proporre uno scambio, ma inconsapevolmente subisce anche un condizionamento esterno: la strategia di Tom. Quest’ultimo, pur odiando il compito dato dalla zia, lo mostra all’amico come un qualcosa di importante, al quale non tutti possono partecipare. Ben Rogers ha agito in quanto intrinsecamente motivato (punto 3) oppure la sua azione è stata frutto di una manipolazione esterna (punto 2)? È possibile una sintesi fra le due tipologie di motivazione?

Nella vita di tutti i giorni situazioni simili a quella raccontata da Mark Twain sono molto frequenti. Spesso crediamo di essere fortemente interessati a qualcosa e che ciò derivi soltanto dalla nostra volontà. Con il tempo però ci rendiamo conto che le cose non stanno esattamente così. L’essere umano è facile preda di influenzamenti esterni perché tende ad interiorizzare le esperienze così come fanno tutti gli organismi. La Organismic Integration Theory [1], elaborata da Edward L. Deci e Richard M. Ryan, studia proprio questo fenomeno naturale. L’adattamento interno dei comportamenti in base all’ambiente esterno è graduale e dipende dalla soddisfazione del bisogno innato umano di relazionalità. La teoria evidenzia sei sfumature della motivazione umana:

  1. Amotivazione (nessuna regolazione).
  2. Motivazione estrinseca, regolazione esterna (ricompense/punizioni).
  3. Motivazione estrinseca, regolazione introiettata (il comportamento è interiorizzato ma non accettato come proprio, perché è assunto per evitare stati d’animo come vergogna e senso di colpa o per autostima).
  4. Motivazione estrinseca, regolazione per identificazione (viene attribuito valore ad un comportamento che viene percepito come autonomamente assunto).
  5. Motivazione estrinseca, regolazione integrata (il comportamento ha un valore corrispondente ai valori personali).
  6. Motivazione intrinseca, regolazione interna (il comportamento scaturisce dal puro interesse e piacere nell’attività svolta).

La Organismic Integration Theory rende chiaro dove collocare il comportamento di Ben Rogers, così come appare evidente l’abile manipolazione attuata da Tom Sawyer. Questa teoria mette a nudo qualsiasi tipo di influenza esterna sul comportamento umano e ci permette di avere una visione più ampia e completa: l’elenco definito da Deci e Ryan può aiutare a capire quando e quanto il nostro agire scaturisce dalla nostra reale volontà.

In quante occasioni della nostra vita siamo stati manipolati? Il comportamento di Tom Sawyer è eticamente scorretto oppure è accettabile? La motivazione esterna è pura e semplice manipolazione, oppure in alcuni casi va vista come un modo per supportare la nostra motivazione interiore?

Thomas Grippo


[1] Deci E. L., Ryan R. M., Intrinsic Motivation and Self – determination in Human Behavior, Plenum Press, New York, 1985.^

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