Le due vie del benessere

strada-bivioImmaginiamo un immenso oceano in cui non si vede terra all’orizzonte. Noi siamo immersi nell’acqua: ogni goccia corrisponde ad un nostro piacere momentaneo e tutte insieme compongono il nostro benessere.
Adesso però cambiamo prospettiva: proviamo ad immaginare questa condizione in un modo differente. Ci troviamo al timone di una barca perché vogliamo raggiungere un luogo che desideriamo visitare da tanto tempo. L’immensità che ci circonda non ci spaventa perché abbiamo una precisa rotta da seguire e man mano che procediamo proviamo piacere e siamo felici per il semplice fatto che ci stiamo dirigendo lì dove il nostro cuore e la nostra mente intendono andare.
L’idea della felicità e del benessere quindi cambia in base a due approcci diversi alla vita.
Dall’antichità fino ad oggi in molti hanno dibattuto su questo argomento schierandosi da una parte piuttosto che dall’altra. Aristippo di Cirene sosteneva che per essere felici basta ricercare il piacere ed evitare il dolore. Per questo filosofo dell’antica Grecia, ciò che conta avviene nel presente: pensare a cose passate o future non aiuta l’uomo a vivere bene. In virtù dell’autonomia e della padronanza di sé, il piacere è caratterizzato dalla soddisfazione dei desideri ma questi devono essere sempre tali che l’uomo li possa dominare. In altre parole, secondo il fondatore della teoria edonista, per essere felici bisogna desiderare cose semplici e non essere troppo ambiziosi.
Di tutt’altro parere era Aristotele, il quale sosteneva che la felicità non è momentanea bensì essa coinvolge l’intera nostra esistenza: l’essere felici è uno stile di vita, così come lo è non esserlo. Il fulcro del benessere aristotelico è l’agire in modo eccellente e per fare ciò bisogna quotidianamente migliorarsi. Questo ci permette di affinare le competenze tramite le quali riusciamo a tendere verso i nostri obiettivi. Un aspetto di grande rilevanza in tal senso è l’avere consapevolezza delle nostre azioni e di prendere le giuste misure per essere virtuosi.
Che ruolo ha il piacere per Aristotele? L’uomo prova piacere tutte le volte che compie un’attività in cui si esprime la sua natura, in pratica esso ci indica che stiamo compiendo un’azione vantaggiosa per noi stessi. Attenzione però, non tutti i piaceri sono utili per il nostro benessere, così come non tutto ciò che ci fa soffrire è un male. A volte il sacrificio può risultare utile al raggiungimento di un obiettivo e noi lo capiamo perché esso viene sempre seguito da un senso di soddisfazione.
Il dibattito su cosa sia la felicità, accesosi in età antica, è ancora vivo ai nostri giorni: il fuoco che scaldava gli animi dei filosofi oggi è alimentato dalla scienza.
Alcuni scienziati, in linea con il pensiero di Aristippo, hanno elaborato un metodo di valutazione del benessere chiamato subjective well-being. Esso è basato sulla somministrazione di questionari finalizzati ad individuare tre componenti: vita soddisfacente, la presenza di umore positivo e l’assenza di umore negativo. Per i sostenitori di questa teoria, quando queste componenti si trovano in concomitanza, nella maggior parte dei casi corrispondono alla felicità.
Altri scienziati invece affermano che per valutare il livello di benessere non basta chiedere alle singole persone se sono più o meno felici. La Self – Determination Theory, teoria scientifica basata sul concetto di benessere aristotelico, ha integrato il subjective well-being con valutazioni di auto – realizzazione, di vitalità e salute mentale. Tramite un numero considerevole di esperimenti ha dimostrato che la felicità non è una condizione statica, racchiusa solo nel presente, bensì è attiva, dinamica e aperta al futuro.
Le divergenze in ambito scientifico riflettono quelle del pensiero comune: per alcuni di noi la felicità è contenuta nei semplici piaceri momentanei, per altri invece il benessere si trova dentro di noi e va alimentato per un arco di tempo che racchiude un’intera vita. In quali occasioni ci siamo sentiti realmente felici? Siamo soddisfatti della nostra vita? Abbiamo un’idea chiara e concreta su cosa determina il nostro benessere? La risposta a queste domande può essere data soltanto da chi decide di porsele.

Thomas Grippo

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